martedì 27 febbraio 2007

3 giorni prima...

Ricordo bene quei giorni dopo la festa.
Dopo aver letto il suo commento sul mio blog noto che mi ha aggiunto ai suoi contatti. Non mi resta che aspettare. Di certo la connessione non mi aiuta, riesco ad usare a fatica msn quindi passano i giorni senza che riesca a connettermi.
È martedì, e come al solito mi metto un po' al computer per dare un'occhiata alle notizie per la rete. La connessione sembra andare meglio del solito, quindi decido di aprire msn.
Sorpresa! Vedo che è connessa.
Mi sembra l'occasione buona per incominciare a conoscersi, incomincio io con un "ciao..."
Ma la connessione non mi aiuta, e cade la linea! Questa non ci voleva!
Passa un quarto d'ora e finalmente riesco a connettermi.
I problemi non sono finiti, la prima figuraccia è in agguato: NON RICORDO IL SUO NOME!!!!
Che stupido! Direte voi, ma come si fa a dimenticare il nome di una persona, oltretutto di una persona che si è dimostrata molto interessante e disponibile??
Sono fatto così, è uno dei miei difetti, ci metto un po' di tempo prima di riuscire ad associare il nome ad una persona.
Con un po' di timore timore, sicuro di aver già iniziato con un passo sbagliato, chiarisco subito che non sono matto ma non mi ricordo il nome.
Per fortuna sembra capire e non un grosso problema.
La conversazione procede bene, molto bene. Riesco a parlare senza timidezze come mi succede in molti casi.
E alla fine ci mettiamo anche d'accordo sul magari trovarci un giorno in centro per fare un giretto, per chiaccherare un po' e conoscerci meglio.
Fissiamo la data: fra una settimana, esattamente martedì prossimo.
Una settimana prima di incontrarla di persona? Un po' tanto. Ma purtroppo gli orari non ci permettono molte scelte.
In realtà ignoravo che il destino avrebbe cambiato le carte in tavola, così, senza dirci niente, una mattina mentre aspetto al freddo l'autobus.
Ma questa è un'altra storia, ve la racconterò più avanti...

lunedì 26 febbraio 2007

Momenti drammatici :)

Come quando cammini lungo una strada che non conosci e non sai se proseguire o tornare indietro.
La situazione era così la mattina del primo Novembre scorso.
Io al bar a lavorare, lui chissàdove ed il suo ricordo affianco a seguirmi come un'ombra.
Passa a trovarmi un'amica le dico che ieri sera ho conosciuto un ragazzo che non era niente male... e poi lei "l'hai sentita la nuova canzone di Elisa e Ligabue?" No, le dico...
Da quel pomeriggio cominiciarono ore di interminabili repeat di quella canzone... Cosa volete che vi dica?! Mi pareva che quelle parole parlassero di me...

Quante cose che non sai di me
Quante cose che non puoi sapere
Quante cose da portare nel viaggio insieme
C'è un principio di energia
Che mi spinge a dondolare
Fra il mio dire ed il mio fare
E sentire fa rumore
Fa rumore camminare
Fra gli ostacoli del cuore

Ed effettivamente dondolavo (http://lacrimadiluna.blog.excite.it/permalink/454632) fra il desiderio di poterlo rivedere, di parlargli, di sentirlo e la tremenda paura che qualche cosa potesse non andare... che potessi non piacergli o chissàcche.
Però se ti perdi lungo una strada che non conosci puoi chiedere informazioni e queste informazioni possono indurti a continuare o dirti che stai sbagliando tutto e farti tornare indietro.
Bè le informazioni che mi sono state date mi incitavano a contiunare.
E allora bisogna essere un attimino intraprendenti nella vita: in fondo, si vive una volta sola.
Per questo devo ringraziare:
* la mia compagna per avermi detto che quella sera poteva voler dire qualcosa quel suo comportamento così diverso da solito...
* mia nonna, per la sua perla di saggezza "ormai, cara da Dio, te vedi che qua se e femene che va in xerca dei omani!" (Vedi cara che ormai sono diventate le donne che conquistano gli uomini)
* ed infine quel commento di Mase (meglio vivere di rimorsi che di rimpianti, no?;) in bocca al lupo :P) che fu proprio l'ultima a convincermi...
E così lasciai un banalissimo commento sul suo blog... e da lì cominciarono drammatici giorni a fissare un omino grigio su msn, che con mio estremo disappunto rimase grigio per diversi giorni...

martedì 20 febbraio 2007

Carnevale!!

Lasciamo un'attimp da parte la narrazione e torniamo al presente.

Lunedì, 19 Febbraio, 2007
Avevamo preventivato questo viaggio da qualche settimana. Ricordo ancora le prime volte. Con scaramanzia e incrociando le dita cercavamo di fare progetti a "lungo" termine.
Poi negli ultimi giorni si è concretizzato tutto e abbiamo deciso di andare al carnevale di Venezia.
Ci troviamo alle 8e50 nel tentativo di riuscire a prendere il treno delle 9e17. Gli eventi non ci permettono però questa cosa: non troviamo parcheggio, la fila per i biglietti è infinita e la fila per riuscire a prendere il treno è ancora più lunga. Il treno arriva e noi rimaniamo con i nostri biglietti in mano a guardarlo.
Prossimo obiettivo: il treno delle 10e17. Ormai pronti saliamo e stipati come sardine (tanto per essere gentili) riusciamo ad arrivare distrutti a Venezia.


Qui ci aspetta un'ondata di persone, un fiume. Ci lasciamo trasportare dalla folla per le vie con un occhio attento a leggere i menu alla ricerca di un posto in cui fermarsi a mangiare.
Le cose non vanno come avrei voluto. Inconsapevolmente ci fermiamo a mangiare una pizza (pizzetta, sarebbe meglio) e a bere un bicchiere di Coca Cola (di pessima qualià) per il modico prezzo di oltre 11 euro. Ma d'altronde ogni volta che si va a Venezia bisogna preventivare la fregatura. Adesso che ho pagato un bicchiere di Coca Cola 3,10 euro mi sento soddisfatto, con la quasi certezza che altre fregature non arriveranno.

Campanile di San Marco

Riprendiamo il nostro viaggio, tra maschere, artisti che ci fermano per pitturarci il viso, e sempre una quantità spropositata di persone.
Tranquilli ci allontaniamo da San Marco, e ci fermiamo per riprendere fiato, per scattarci qualche foto, per ridere e scatenare qualche risata dei passanti, per fare merenda. Insomma per stare anche un po' tranquilli dopo il bagno di folla di qualche ora prima.

Maschere [6]

Ricaricati a dovere prendiamo la via del ritorno. Lungo la strada cogliamo l'occasione per fotografare qualche maschera (alcune non sembravano molto sorridenti). Quindi eccoci di nuovo a San Marco, nelle vie della moda, nelle vie alla ricerca della ferrovia.

Maschere [3]

Decisamente più attiva è la camminata per la via del ritorno, seguiamo la folla, chiediamo informazioni e cerchiamo di seguire quelli che per certo sappiamo che stanno andando a prendere il treno, tutto ridendo e scherzando.

Luce cinerea

La giornata ormai volge al termine. L'ultimo ponte prima della stazione. Il bacio sotto gli occhi della Luna e della prima stella della sera e poi di nuovo di corsa per prendere il treno. La situazione non è delle migliori (tutti in piedi, temperatura di 1.548 gradi, e le gambe che ormai sono stanche) Però tutto sommato va meglio dell'andata, dopo poche stazioni ci sediamo e aspettiamo di arrivare alla nostra stazione.

La pietà

Insomma una giornata tanto intensa quanto piacevole, di quelle giornate che vorresti non finissero mai. Di quelle che lasciano assieme ad un ricordo bellissimo anche un sorriso, con il desiderio che tutto possa ripetersi ancora.

Vi lascio la galleria di Flickr con alcune foto che ho scattato.


Cane

Ah, dimenticavo!! Abbiamo trovato anche Ape.
Ahahah ha hahahah ah
-_-'

giovedì 15 febbraio 2007

Primi passi

Di solito nelle persone cerco sempre quello che a me manca, ad esempio il coraggio di fare il primo passo.
Coloro che hanno queste caratteristiche partono già avvantaggiate rispetto ad altre.
Che ci posso fare è il mio carattere, me ne vergogno però è così.
Perché ho detto tutto ciò?
Perché il primo passetto è stato compiuto dalla mia lei, 5 giorni dopo quel fatidico incontro la sera del 31 ottobre.
Tutto è nato da un suo commento in un post che avevo scritto in quei giorni. Mi dice che mi ha aggiunto ad msn così magari possiamo fare due chiacchere.
Rimango piacevolmente stupito dalla cosa, non potendo immaginare che fosse la stessa ragazza di pochi giorni prima.
L'entusiasmo dura poco, però. Il mio pessimismo (che oltrepassa quello leopardiano) mi spinge a dare rilevanza alla cosa pensando però che di certo sarebbe stata distante da casa mia, motivo per cui sarebbe stata una persona come tante altre.
Adesso mi bastonerei per questo.
Poi ripenso alle sue parole: "può darsi che io ti conosca". Sinceramente non riesco a capire chi possa essere questa persona che mi contatta ma soprattutto che mi aggiunge ai suoi contatti in msn. In realtà dopo un attimo di sconforto la curiosità di sapere di che persona si tratta.
Per ora quello che mi rimane è un commento (che mi sembra molto carino). Ovviamente lei sa il mio contatto msn, io invece ignoro il suo.
Non mi resta che aspettare.

mercoledì 14 febbraio 2007

Un'altra storia [2]

Dicevo...

Arrivo al piazzale della chiesa e scendo, mi avvicino alla loro auto...
Lui scende, mi saluta, mi apre la portiera... wow, penso, che gentleman...
Lungo la strada si chiacchera, un pò come se ci si conoscesse già. Noto la sua voce, così particolare, così calda... L'altra volta non ci avevo fatto caso.
Il navigatore ci porta fra i monti, fra tornanti, salite e discese. E la sua guida mi mette sicurezza, penso che la mia in confronto fà rizzare i capelli.
Ok, imbocchiamo la via del locale e già ci si presenta una fila lunga un kilometro, non parliamo poi del parcheggio... Quello che vi dicevo gli fece perdere la testa: in mezzo ad un campo con i monconi del frumento che grattavano la macchina. Benon! Ma anche quello diventa un motivo per ridere e scherzare.
All'ingresso ci saran state... non so dirvi quante persone... vi dico solo che per fare il biglietto ed entrare ci abbiamo messo più di un'ora... Nel frattempo i ragazzi parlavano fra di loro ed io e la mia amica pure. Ovviamente io, tentacolica come sempre continuavo a fissarlo (che sul cioè te lo insegnano, lo sguardo colpisce sempre!). Lui, caro da dio, manco mi guarda di striscio, ma neanche per sbaglio eh!
Allora, no, io sentivo gli ormoni scatenati, dato che lui quella sera mi aveva giacca e camicia, che a me fan proprio perdere la testa.
Vabbè insomma riusiciamo ad entrare e...


questa è la situazione. Per spostarsi botte, per bere botte e per mangiare botte. Di ballare invece non se ne parla, è materialmente impossibile entrare in pista.

Al bancone delle bibite viene il meglio. Lì, siamo stati ad aspettare non so quanto tempo, forse un'ora e mezza che ci dessero qualcosa. Io, ad un certo punto, per la disperazione ero finita col buttarmi sul bancone e bagnarmi mezzo braccio di birra. Schifata guardo la mia amica che mi è dietro e lui, dolcemente, mi chiede che c'è, se ho freddo. Poi, per un momento, ho la netta sensazione che mi sfiori... Ed un brivido mi corre lungo la schiena.

Finalmente, dopo un'eternità, riesco ad arraffare una birra e lascio lì gli altri nel tentativo di andare a prendere anche qualcosa da mangiare.Alle griglie la situazione è ancora peggiore. Dopo un'ora di fila riesco a "guadagnare" (meritatamente!) un pugnetto di patatine ancora surgelate e una fetta di salame mal cotto (e ancora mi domando come ho fatto a non prendere l'influenza intestinale).

Vorrei tornare da loro, da lui, ma la calca è terribile e abbiamo deciso di lasciare i telefoni in auto. Presa dalla disperazione, vago per un'altra ora e li ritrovo giusto quando stavano andando verso l'uscita.

"Ah, eccoti qua, ti stavamo cercando" mi dice, e me lo dice in un modo che mi fa provare l'impulso di abbracciarlo. Usciamo e lungo la strada ancora si parla: dell'università, della Croce Rossa e di altro ancora... Sì, mi manda in visibilio gli ormoni ed è pure simpatico, magari lo metto nella lista degli amori...

Verso casa, giusto per scrupolo gli chiedo se mi riporta lui (domanda retorica) eh sì, mi risponde, stasera faccio il tassista (ecco, l'avrei strozzato per questo, ehehe :D). La mia amica dorme, il suo amico è in silenzio, chissà forse dorme anche lui...

Ormai arrivati davanti casa penso che ora sa anche dove abito, che non si sa mai... Ringrazio e saluto, lui aspetta che io sia entrata in casa prima di andare via...

In camera, già infilata sotto le coperte penso che non credo di aver mai speso così male 18,euro, e che in fin dei conti ci siamo divertiti molto di più in macchina... Oggi col senno di poi, credo che se l'occasione doveva essere quella potevo spendere anche 180 euro così male e sarebbe stata un gioia lo stesso (magari, per il mio portafoglio meno).

martedì 13 febbraio 2007

Un'altra storia...

...quella che vi racconto io.
Vi racconto di un periodo in cui mi ero decisamente ficcata in testa che entro Natale era necessario (e sottolineo necessario) trovare un uomo. Motivo valido per cui sarebbe stato utile catalogare tutti gli uomini che suscitassero in me un qualunque interesse e numerarli, che vien più facile ricordarli (http://lacrimadiluna.blog.excite.it/permalink/453125).
E così ho fatto, come qualcuno di voi ricorderà.
Anzi, proprio stamattina ho trovato in autobus l'amore 15 (giusto per dovere di cronaca).

Dicevo, io me ne stavo in quel periodo tutte le mattine cogli occhi fuori dalla testa a guardare che figo questo e che figo quello. Un pomerioggio all'università io e la mia compagna troviamo (su un cestino, fra l'altro) un volantino di una festa di Halloween. Si mangia, si beve, si balla, ci vanno tutti gli universitari e costa 18 euro. Oh Pardiana! (direbbe sempre mia nonna), cakkio andiamo! Poi in sto periodo mi sento così gnocca, c'ho l'autostima alle stelle e metti che uno straccio di uomo riesca anche ad accalappiarlo.
Cominciano organizzazioni delle più disparate fra me e la mia amica. Alla fine decidiamo di andare alla festa insieme e poi rimanere a dormire da me. La macchina ce l'ho, la strada non la so, ma quello è (quasi) indifferente. Peccato che il giorno dopo io dovessi lavorare.
E allora come si fa? Mica posso lasciare lei a casa mia da sola.
Morale della favola: salta tutto.
Merdaccia.
Tre giorni di muso ai miei che non volevano che andassi (e invece le loro erano parole sante!) e che mi avevano gentilmente costretta a non saltare la giornata di lavoro al bar.
Ricordo ancora chiaramente il colore del fumetto che mi usciva dalle orecchie.

Come dite? Fine della storia?
E invece no, signori miei, quella sera c'è il colpo di scena.

Lei mi manda un sms: guarda che vengono anche due miei amici, possiamo andare con loro, dai, dì di sì, ti prego, sennò salta tutto.
Mah, penso, così all'improvviso... e poi vorrei guardare male i miei e farli sentire in colpa per avermi stra-sconsigliato di andare a quella festa. Però la curiosità è tanta e la voglia di divertirsi anche. Così una volta tanto faccio di testa mia e basta. Mangio due crackers tanto per non morire di fame finchè non arrivamo lì e poi vado a vestirmi.
Tutto nero che ci sta con il tema della festa: solita maglia vedo non vedo (guarda alle volte il caso) pantaloni neri attillatissimi (quelli che facevano impazzire il mio ex, ehehe) e stivali. Magari mi pettino anche, che non sia mai che mi fugge l'uomo dopo aver visto la criniera selvaggia.
E via, mamma mi accompagna al piazzale della chiesa dove dobbiamo trovarci.

domenica 11 febbraio 2007

La festa più strana/3

Parto. Passo a prendere il mio amico (C.) e M. e andiamo un quel di Montegrotto. Anzi, chiesa di Mezzavia. Per la strada penso ancora a questa sua amica. Speriamo che si riveli subito simpatica, altrimenti poi sono sicuro che mi chiuderei come un riccio, buttando tutto al vento.
Arriviamo. Aspettiamo.
Poi arriva. Scendo e mi presento. Se la prima impressione è quella che conta, allora è proprio una buona impressione. Mi ispira subito simpatia, e quindi in macchina senza neppure volerlo ci ritroviamo a scherzare e a ridere come quasi se ci fossimo sempre conosciuti.
Sento che qualcosa stava cambiando.
Arriviamo alla festa. La coda di auto all'entrata mi fa intuire che alla festa ci sarebbero state più persone di quanto pensassi. Il trovare parcheggio in un campo di grano appena tagliato è più difficile del previsto. Ma si può scherzare anche su questo. In fondo è una festa per divertirsi. E mi sembra che sia iniziata in modo ottimo.
In realtà la festa non va come avrei immaginato.
Non c'è molto spazio nel caos per parlare con la nuova amica, e non c'è nemmeno spazio per muoversi, mangiare o semplicemente bere.
Oltretutto si mette a piovere e LacrimadiLuna (a quel tempo comunque ignoravo che questo fosse il suo nickname, quindi la chiamo così per comodità) si perde alla ricerca di riuscire a raggiungere il tavolo in cui offrono da mangiare.
Quindi la serata trascorre in un porticciolo. A aspettare che smetta di piovere.
Smette e decidiamo di tornare a casa, troppa confusione, sono rimasto disgustato dalla marea di gente, non fa per me.
Ci facciamo strada in mezzo alla folla e poi finalmente ci rivediamo. Adesso noto anche il suo sguardo e il sorriso. Di quelli che quando li fissi non puoi non sorridere, di quelli che ti fanno proprio voglia di abbracciarla.
Scambiamo qualche altra parola. E la serata pian piano giunge al termine. La riaccompagno a casa, un "ciao". Con il sorriso sulle labbra.
Poi riaccompagno a casa C., adesso manca solo M.
Ancora qualche kilometro, magari potrei chiederle di parlarmi della sua amica. Ma non ce la faccio. Non saprei come attaccare discorso. In fondo non chiederei nulla di male, ma non parlo molto, di certe cose poi non sempre ci riesco.

Quando torno a casa penso ancora a questa serata veramente piacevole, però penso: non ho avuto il coraggio di chiederle il numero.
Avrei dovui chiederlo alla sua amica. Non ho avuto il coraggio.
Lo so sono stupido ma è così.
Forse la paura di fare passi troppo veloci? Non so. Forse solo la mia timidezza che per troppe volte mi ha fermato.

sabato 10 febbraio 2007

Scusate la parentesi...

Torniamo un attimo al presente, please!



Son già passati tre mesi da quella sera al cinema eh amore?!
E sembra ieri... e sembra passata una vita...

La festa più strana/2

Intanto penso che anche questa sera farò tardi. Molto tardi. E che come al solito andrà come tutte le altre volte, ovvero senza combinare niente.
Perché anche i ragazzi pensano all'amore. E ci penso sempre anche io. Penso che in fondo stare con una ragazza che ti ama sia una di quelle cose per cui vale la pena di vivere. Però mi accorgo che non è roba facile, sono timido.
"Timido????? Tu??? Naaaaaaaaaa"
Lo dicono tutti. Quelli che mi conoscono già. È sì, a tutti sfugge questo particolare.
io invece non riesco a fare mai il primo passo. Non ci riesco. Ho paura. Ho avuto paura tante volte. Troppe. E troppe volte le cose non sono andate come avrei voluto.
Mi ripeto sempre queste parole, ma poi non cambio mai.

E poi adesso sto pensando all'amica della M. (la ragazza del mio amico che viene alla festa). "Potrei fare amicizia, chissa...", "devo solo cercare di essere il meno "chiuso" possibile, cosa non facile".
"Beh, dai almeno ho qualcuno con cui scambiare due parole, stasera", "speriamo che anche lei sia disponibile a chiaccherare".
Insomma 141.582.144.521 pensieri per la testa. Che poi quando sarò là sono già sicuro che mi mancheranno le parole, magari balbetterò e farò la figura del timido, di quello che "beh, se fai così per forza che non ti trovi una ragazza".

Vabbé...
Tanto vale vestirsi eleganti, mi piace distinguermi dagli altri, magari un giacca e cravatta che non ci azzecca niente con la festa però mi piace. Che poi sarò l'unico vestito così, quindi potrò pure dire che sono in costume (ah ah che battutona!).
...
Sono rimasto senza parole da solo per la battuta -_-''
Mi preparo, mangio un boccone tanto per non andare via a stomaco vuoto, infatti secondo i rumors alla festa si dovrebbe mangiare e bere a volontà.

[Fine seconda parte]

venerdì 9 febbraio 2007

La festa più strana/1

Tutto è iniziato con una festa, alla quale nemmeno avrei voluto andarci.

Ma partiamo dall'inizio...
È il pomeriggio del 31 ottobre. Halloween? Bah... una sera come tante altre, forse più triste di altre. Mi viene in mente che una delle migliori amiche (che poi è la ragazza di uno dei miei migliori amici) di LacrimadiLuna una sera propone di andare ad Halloween ad una festa studentesca. All'inizio l'idea mi entusiasma. Con il passare dei giorni però, non so, mi sfugge un po' dalla mente: "alla fine pur essendo stato in posti pieni di gente non ho mai fatto conoscenze, quindi tanto vale starsene a casa", penso con un po' di malinconia, pensando a quelle volte che magari avrei potuto osare e non l'ho fatto, a quelle volte che avrei voluto provarci ma non ci sono riuscito.
Poi nel pomeriggio un sms del mio amico C. che mi chiede cosa fare della serata. "Ecco, adesso non posso proprio starmene a casa, devo uscire, ma non ne ho voglia, che faccio??". Alcuni pagherebbero oro per poter uscire, o magari andare a qualche festa, anche solo per divertirsi e fare confusione. A me no. Avrebbero dovuto pagarmi.
"Ok, però una cosa tranquilla, non voglio fare tardi". Questa è stata la mia risposta.
Me le ricordo bene quelle parole, mi avrebbero cambiato la vita.
Poi l'sms di C. che mi informa che si va alla festa studentesca o_o''
"Ok, basta non posso tirarmi indietro, so che farò tardi ma non posso permettere che salti tutto per colpa mia, per colpa del mio malumore".
Quasi avevo dimenticato che doveva venire anche la ragazza di un altro mio amico, non ci avevo pensato, anzi come al solito verrà sui anche lui. Quindi non vedo il motivo di pensarci. Invece ha mantenuto la parola (il mio amico), aveva detto che non sarebbe venuto e non è venuto.
Poi leggo il suo sms e mi chiede se posso portarla io alla festa.
Beh, certo. Gentile lo sono sempre stato. E poi comunque dovevo portare anche C. quindi problemi zero.
Poi mi chiede se posso portare anche una sua amica.
Beh, certo. Non la conosco, ma gentile lo sono sempre stato.

[Fine prima parte]

mercoledì 7 febbraio 2007

Se proprio proprio...

Se pensate che il nostro sia stato un colpo di fulmine direi che potrebbe anche essere. Eliminando però il primissimo incontro. Perchè da quello a vedere un futuro ce ne vuole...
Ricordo di una sera di mezza estate (tanto per citare)... della mia compagna dell'università che mi manda un messaggio: mi dice che è tanto che non ci vediamo e se ci troviamo una sera alla festa del paese dove abita il suo ragazzo. Ma prenditi bene mi dice, che non si sa mai...
Và bene. Pantaloni stretti, reggiseno nero, maglia nera effetto "vedo (tanto) e non vedo (poco)", zeppone che slanciano, un filo di trucco.
Ok, ci siamo. Vado a prendere un'amica e poi via per strada che è pure tardi e la strada non la so.
Arriviamo, troviamo lei e poi il suo ragazzo ed il resto del gruppo.
Si presentano i ragazzi: Piacere, piacere...
"Piacere Andrea" . "Federica".
Fine. Il nostro primo incontro è stato questo.
Loro che si muovevano in blocco ed io e la mia amica pure.
Certo, guardato l'ho guardato. Come ho guardato il suo amico, come guardavo gli altri che erano lì nella confusione. E poi loro si sono fermati a guardare uno che menava la gente o chissà che.
Ma a me e alla mia amica interessavano le bancarelle, (in cui fra l'altro ho comprato un paio di jeans che adoro) e ce ne siamo andate.
Questo è quanto, perchè poi non siamo più riuscite a raggiungerli e siamo tornate a casa.
Sms della mia compagna: "E allora che ne dici?" (tentativo poco celato di trovarmi un uomo)
"Mah... Non ne sceglierei nemmeno uno... Ma se proprio proprio devo ...scelgo il moro".
Guardo la mia amica, mi dice che anche se non è il suo tipo non è malaccio, dai...

Uno straordinario giorno qualsiasi

La vita riserva sempre sorprese. Sempre. Noi però difficilmente ce ne accorgiamo quando viviamo la nostra vita. Solo il tempo ci farà aprire gli occhi e c farà capire che quel giorno non era come tutti gli altri.
Tutto è iniziato una sera di Agosto. Una sera come tante altre in cui si esce con gli amici. E quella sera a farci compagnia c'erano anche altre due ragazze.
Forse non ero dell'umore giusto, forse non so. Non mi è rimasto praticamente niente di quella sera, se non, di sfuggita, qualche immagine. Un "ciao", un "piacere, Andrea", nulla di più. Magari qualche sguardo su di lei mentre era girata. Nient'altro.
Adesso pensandoci non mi do ancora risposta. Forse la timidezza aveva subito preso il sopravvento. Forse il destino aveva voglia di scherzare, voleva che il primo incontro passasse inosservato. Lo è stato.

Mi dispiace per questo, di non essere stato più disponibile quella volta, di non aver cercato di fare amicizia. Di sicuro le sarò sembrato pure abbastanza maleducato.

Poi ho capito che magari sarebbe potuto cambiare tutto se quella sera fosse stato tutto diverso, non so, era tutto già scritto. Doveva andare così.
Forse per farci fare una risata adesso quando ci penso, forse così...
Capisco che anche quello è servito per arrivare dove siamo arrivati ora.

lunedì 5 febbraio 2007

L'importante è crederci

Avanti... ci siamo cresciute un pò tutte così, è inutile negare... I sogni son deeesideriiii di felicitàààà... Ah, complimenti le direi adesso... Hai scoperto l'acqua calda, brava!
Ma che cakkio, elemento di una femmina pulitrice di camini... io ci son venuta grande pensando che i sogni erano desideri... e credevo che desideri lo sarebbero anche rimasti... Lo dicevi sì che era così, ma io son stata qui vent'anni a chiedermi come... Com'è che si fa a far diventare i sogni desideri?! Io mi sentivo brutta e sfigata... Benon (si dice in dialetto veneto)! A partire con questi presupposti ce ne vuole... a realizzare il desiderio. Perchè nessuno la vuole una ragazza triste, pensavo. E triste lo ero effettivamente vedendomi così.
Però poi cambi. Non è che ci sia un giorno che ti svegli e patapam! ti sono cresciute due tette così che ti devi proprio dire "cakkio.... oggi mi sento diversa...."
O meglio... se vuoi aiutano perdio (e pardiana direbbe mia nonna) ma ti ritrovi con una certa consapevolezza di quello che vuoi...
E' successo così quella sera. Io volevo trovarmi un ragazzo alla festa, avevo fatto una testa così alla mia amica a forza di ripeterglielo... E poi,
...trovato l'ho trovato anche se in realtà era nel piazzale della chiesa...

Ma questa è un'altra storia... E questo blog nasce proprio per questo...
Per raccontarvi di come io ho perso la testa nel piazzale della chiesa, e di come lui l'abbia persa parcheggiando fra i monconi di grano nel campo della festa...

Un blog per due

Ho sempre sognato di poter raccontare una storia d'amore. Se non di raccontarla almeno di scriverla. Per lasciarla impressa, per evitare che gli scherzi della mente ne offuschino i particolari. Ecco perché è nato questo blog, per raccontare la mia storia d'amore preferita.
Roba da romanticoni?
Forse sì, forse no. Il mondo gira e quando meno te lo aspetti te lo trovi di fronte, con le cose che meno ti aspetti. Quelle che ti lasciano a bocca aperta, sorpreso, con poco fiato, con una luce particolare negli occhi.
Chissà che magari qualcuno non sogni leggendo questa storia, come ho fatto fatto io per tanto tempo.
Chissà che poi aprendo gli occhi non scopra che la realtà può essere migliore di un sogno.
Perché, è vero, se lo vuoi, i sogni si avverano.

Come avrete capito, siamo in due e racconteremo la stessa storia vista da occhi diversi, vissuta da cuori diversi. Per raccontare come il destino può unire due persone, per capire cosa prova uno e cosa prova l'altra persona.
Spero che questa storia possa appassionarvi ;-)